Cos’è la somatizzazione?

La somatizzazione è la tendenza a vivere e comunicare il disagio psicologico in termini di sintomi fisici ed attraverso il ricorso alle cure mediche. Essa rappresenta una dimensione trasversale nelle personalità degli individui. Si calcola che l’80% degli adulti lamenti uno o più sintomi somatici al mese e che dal 75 al 95% dei casi questi sintomi vengano gestiti autonomamente e senza ricorso alle cure del proprio medico di base (per informazioni sulla fonte clicca qui).

Il problema sorge laddove la somatizzazione è un aspetto troppo rigido e sistematico della propria struttura di personalità. In questi casi il proprio approccio psicologico verso i sintomi fisici ostacola la propria vita lavorativa o relazionale; oppure porta la persona a rivolgersi a molti medici e ad affrontare elevatissimi costi sanitari. Alcuni esempi di questa forma di disagio psicologico sono:

  • φ  ansia per la salute, in cui la persona è ipocondriaca, mostra giornalmente paure aspecifiche di avere una malattia in reazione a sensazioni di dolore, e pur rispondendo alle rassicurazioni mediche sviluppa nuove preoccupazioni fisiche
  • φ  nosofobia, in cui si hanno paure infondate di avere malattie specifiche, come il cancro o l’AIDS o altro, fino a mostrare attacchi acuti di ansia
  • φ  tanatofobia, in cui si teme irrazionalmente di morire senza fondate prove mediche, o negazione di malattia in cui si rifiuta di avere una malattia accertata fino al punto di non aderire irragionevolmente alle terapie previste
  • φ  somatizzazione persistente, in cui vi è uno stato prolungato di dolore fisico associato a sintomi diffusi in più localizzazioni corporee; in molti casi i sintomi non hanno una chiara spiegazione medica e frequentemente la somatizzazione persistente si associa disturbi medici funzionali (fibromialgia, stanchezza cronica, dismotilità intestinale, etc.)
  • φ  sintomi di conversione, in cui la persona mostra deficit delle funzioni motorie o sensoriali in assenza di malattia neurologica ed in associazione a chiari segni di stress psicologico

φ  Perché rivolgersi allo psicologo?

La comunità scientifica ritiene che da un terzo alla metà dei pazienti che si rivolgono al medico di base potrebbe manifestare sintomi fisici senza cause mediche note. Si stima anche che circa il 40% di questi pazienti possa soffrire di disturbi psicologici di svariata entità o gravità (leggi qui). Convogliare, dunque, il proprio disagio psicologico in ripetute visite mediche (di base o specialistiche) è una pratica diffusa. Per cui, laddove la somatizzazione è importante e rigida, rivolgersi ad uno psicologo comporta un forte risparmio economico e riduce il rischio di imbattersi in numerose ed inutili terapie mediche.

Secondo la psicoanalisi i pazienti somatizzanti dissociano inconsciamente la propria sfera emotiva dalla loro esperienza cosciente. La possibilità stessa di avere un’esperienza psicologica delle proprie emozioni (persino di denominarle) è troppo dolorosa per questi pazienti e le loro lamentele e sintomi somatici rappresentano l’unica maniera possibile di comunicare la propria affettività, il proprio dolore psicologico.

La psicoterapia ad orientamento psicoanalitico tenta di riavvicinare i pazienti somatizzanti alle loro emozioni, senza che questo li spaventi. Nel corso delle sedute lo psicoterapeuta aiuterà il paziente a collegare le proprie sensazioni somatiche a certi vissuti affettivi, a dare loro un nome, a collegarle alle situazioni relazionali che le scatenano. Questo permetterà ai pazienti di vivere le sensazioni corporee non tanto come eventi somatici incontrollabili ma anche come esperienze psicologiche, mentalmente controllabili e comunicabili nelle relazioni significative.

Per approfondimenti sulla somatizzazione leggi qui.